The Amazing Spider-Man, Recensione: il più sottovalutato della saga?

La recensione di The Amazing Spider-Man con Andrew Garfield

The Amazing Spider-Man

Era l'ormai lontano 2010 quando Sony Pictures annunciava la cancellazione di Spider-Man 4, il quarto capitolo mai realizzato della saga di Sam Raimi. Al suo posto, un reboot che narrasse nuovamente le origini del supereroe più amato di casa Marvel: The Amazing Spider-Man.

Un film che non ha mai saputo conquistare il cuore di chi è cresciuto con la trilogia di Tobey Maguire. Né tantomeno ha riscosso lo stesso entusiasmo con cui pubblico e critica avevano accolto le pellicole di Raimi.

Eppure The Amazing Spider-Man non è il disastro che molti ricordano, forse perché ancora scottati dalla fine di una delle saghe supereroistiche più amate di sempre. Il peso e l'impatto culturale della coppia Raimi-Maguire hanno nascosto e fatto quasi dimenticare l'esistenza di un film non perfetto, ma probabilmente con più cuore ed amore per il personaggio tra tutti i live-action prodotti finora.

Un'altra origin story

Se c'è un motivo che ha penalizzato The Amazing Spider-Man più di ogni altra cosa, è il fatto di aver raccontato nuovamente le origini del personaggio. Una storia che il pubblico aveva già impressa nella propria mente, e qui narrata senza lo stesso pathos del primo film di Raimi. La natura anticlimatica della scena del morso del ragno e della morte dello zio Ben, con conseguente storyline di vendetta e "da un grande potere, derivano grandi responsabilità".

Tolto questo, sono tanti gli elementi di novità apportati da The Amazing Spider-Man, a partire dalla prima scena della pellicola. Qui vediamo Peter bambino, la notte in cui i suoi genitori gli dicono addio. Viene così aggiunto un alone di mistero relativo alla scomparsa di Mary e Richard Parker. La presenza di quest'ultimo, in particolare, si avverte in gran parte del film (e ancor di più nel successivo sequel).

La trama di The Amazing Spider-Man è incentrata, infatti, sullo spaventoso piano del dottor Curtis Connors (Rhys Ifans), collega e amico di Richard, di trasformare gli abitanti di New York in lucertole giganti. Peter si trova di fronte a lui nel duplice ruolo di figlio di Richard e brillante studente prima, di Spider-Man poi, quando lo scienziato assume le sembianze di Lizard.

Marc Webb fa un ottimo lavoro nel raccontare questa dualità, uno dei nuclei tematici fondanti della storia del personaggio. A metterla in scena è un brillante Andrew Garfield, che costruisce uno Spider-Man più vicino ai fumetti, scherzoso e irriverente per gran parte del tempo. Comportamenti ed emozioni che traspaiono anche quando indossa la maschera, grazie ad una gestualità impareggiabile dagli altri Spider-Men cinematografici.

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The Amazing Spider-Man: adolescenza e responsabilità

Pur essendo un ottimo Spider-Man, non è nei combattimenti o nelle spettacolari sequenze d'azione che risalta la bravura di Garfield e si può rintracciare l'anima del film. The Amazing Spider-Man ci ricorda che sotto quella maschera c'è un adolescente.

D'altronde, sotto quella maschera potrebbe esserci chiunque. Un concetto che è racchiuso nella scena più riuscita del film: Spider-Man cede la maschera ad un bambino che si trova in una macchina pronta a precipitare. Per un attimo, quel bambino è convinto di essere un supereroe, mentre il vero Spider-Man appare nella sua fragilità, ne vediamo il volto da liceale.

Un ragazzo che oscilla tra lutti dolorosi, le responsabilità che derivano dal non essere uguale agli altri, e l'amore. Una storia d'amore che non fa semplicemente da contorno alla narrazione ma ne è parte integrante. The Amazing Spider-Man si colloca quasi a metà tra cinecomic e dramedy adolescenziale, perché la relazione tra Peter Parker e Gwen Stacy è il fulcro della pellicola.

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I punti di forza di The Amazing Spider-Man

Se la coppia Peter-Gwen funziona alla perfezione (senza ombra di dubbio la migliore mai vista al cinema nello "Spider-Verse") è semplicemente grazie ad un cast d'eccezione: Andrew Garfield ed Emma Stone. Fa sorridere pensare a come The Amazing Spider-Man sia stato uno dei trampolini di lancio di due degli attori migliori della loro generazione, come confermato dal recente secondo Oscar di Emma Stone. Il loro affiatamento sullo schermo è tangibile ed eleva il film più di quanto ci si sarebbe potuti aspettare.

C'è poi un discorso prettamente tecnico riguardo al film. Webb non lascia la stessa impronta autoriale di Raimi, si limita a confezionare dalla cabina di regia un prodotto d’intrattenimento fatto e finito, ma é quanto basta per divertire ed emozionare. Visivamente però ha ben poco da invidiare agli altri capitoli sull’Uomo Ragno, anzi sono proprio le immagini e le spettacolari sequenze tra le strade di New York il punto di forza della saga.

Una New York che, a dire il vero, non sempre si avverte come dovrebbe. Non risulta infatti una componente aggiunta alla narrazione, se non con la sequenza sul finale delle gru allineate per consentire a Spider-Man di attraversare la città. Ma anche questa scena sintetizza perfettamente la pellicola: forse può apparire fuori luogo e sopra le righe a primo impatto, ma racchiude in sé la forza del personaggio creato da Stan Lee e sottolinea che The Amazing Spider-Man non è un film perfetto, ma in quanto al cuore riversato nel progetto, dagli interpreti in primis, ha ben poco da invidiare a chiunque altro.

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7

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The Amazing Spider-Man

Il reboot di Marc Webb è passato fin troppo in sordina, a causa della cancellazione di Spider-Man 4 prima, per il flop del secondo capitolo poi. Anche senza un'impronta autoriale e senza rivoluzionare il genere, The Amazing Spider-Man riesce ad essere un eccellente film d'intrattenimento, in grado di far esaltare gli appassionati, divertire ed emozionare. Andrew Garfield regala una magnifica interpretazione del supereroe Marvel, sia con la maschera che senza, coadiuvato dalla Gwen Stacy di Emma Stone. The Amazing Spider-Man non sarà il miglior film sull'Uomo Ragno, ma forse quello con più cuore. Se non lo avete già fatto, dategli un'altra occasione.

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