The Bikeriders, Recensione: la ribellione in sella ad una moto

Arriva al cinema The Bikeriders, il racconto di alcuni biker che ci mostra la duplice faccia dell’America degli anni 60.

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Giovedì 19 giugno arriva nelle sale italiane The Bikeriders, l'ultimo lavoro Jeff Nichols, regista e sceneggiatore della pellicola distribuita da Universal.

Quello di The Bikeriders è un vero e proprio viaggio riproposto sul grande schermo che indaga un'affascinante realtà quasi dimenticata dai più, lasciata un po' da parte: quella dei club di motociclisti degli anni Sessanta, ispirandosi nello specifico a parte della storia del club realmente esistente degli Outlaws MC.

Nel ricco cast di The Bikeriders troviamo: Austin Butler, Tom Hardy, Jodie Comer, Michael Shannon, Mike Faist, Boyd Holbrook, Toby Wallace, Damon Herriman e Norman Reedus.

7.8

The Bikeriders

The Bikeriders il nuovo film scritto e diretto da Jeff Nichols racconta uno spaccato degli Stati Uniti degli anni Sessanta, lasciato da parte, quasi dimenticato, tranne per poche eccezioni. The Bikeriders è un viaggio in sella ad un moto tra l'essenza di libertà e lo spirito d'aggregazione che accomuna i membri di un club di motociclisti, la storia però ci viene raccontata con un cronistico distacco e questo forse è il difetto principale della pellicola, pregna di immagini impattanti e dall'ottima fotografia. Anche la regia di Nichols si adatta perfettamente, racchiudendo l'essenza del film, riportare in vita degli uomini che erano solo immagini in un fotolibro. Tra tutti gli attori, sicuramente spicca Austin Butler che con il lavoro svolto su Benny enigmatico e magnetico biker è stato capace di racchiudere, in un personaggio l'essenza stessa dell'opera.

Dove vederlo:

The Bikeriders: la genesi della pellicola di Nichols

Jeff Nichols ha pensato e desiderato realizzare di questa pellicola per circa vent'anni. La sceneggiatura prende vita dall'insieme di più elementi: dalle immagini raccolte nel fotolibro omonimo "The Bikeriders" (1968) di Danny Lyon, dalla sua esperienza personale, dalla passione per il cinema americano degli anni Settanta, e per i film di David Lynch.

Nichols è cresciuto a Little Rock in Arkansas, dove la cultura dei bikers era diffusa e ha dichiarato di essere sempre stato attratto dal quel mondo, specialmente per il loro senso di comunità e il loro spirito anticonformista. Anche questi ricordi hanno influenzato il modo in cui Nichols ha scelto di ritrarre i personaggi e le loro storie nel film.

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La sua fonte d'ispirazione principale però è stato il libro di Danny Lyon. la raccolta documenta la vita del motoclub degli Outlaws MC negli anni '60 e le foto catturano perfettamente la libertà, l'ideologia, il senso ribellione e allo stesso tempo di appartenenza associato alla cultura motociclistica di quell'epoca, quella cultura che Nichols ha assaporato in lontananza e che lo ha sempre affascinato.

Il regista, dunque è partito proprio dall'essenza racchiusa in queste immagini e da alcune registrazioni audio, testimonianze, per generare la storia di Johnny, Kathy e Benny e creare nel suo film un'atmosfera quanto più autentica e fedele a quell'epoca. Scegliendo però di non realizzare The Bikeriders in bianco e nero come le foto da cui ha tratto ispirazione, ma a colori, dando così una doppia nuova vita ai soggetti raffigurati. Va sottolineato che è proprio la fotografia, senza dubbio, uno dei punti di forza di questa pellicola assieme all'immersiva colonna sonora.

La storia dei Vandals attraverso i ricordi di Kathy

Gli anni '60 per gli Stati Uniti rappresentano un decennio di grandi cambiamenti negli assetti sociali e politici, la guerra del Vietnam infuria, il movimento hippy inizia ad espandersi a macchia d'olio e la gioventù si ribella alle convenzioni.

In questo clima di fermento, i Vandals, un club di motociclisti guidato dal carismatico Johnny (Tom Hardy), rappresenta una nuova forma di controcultura che sfida le regole, abbraccia l'anticonformismo e spinge sul diritto che ha ogni individuo di preservare la propria libertà individuale.

Il racconto delle avventure dei Vandals sullo schermo inizia con l'incontro tra Kathy (Jodie Comer) e Benny (Austin Butler) uno dei nuovi giovani Vandals. Benny ha un carattere enigmatico, parla poco e rompe spessissimo la sua moto ma conquista fiducia e diventa rapidamente uno dei membri più fedeli di Johnny. Kathy, dalla prima volta che i loro occhi si incrociato, resta folgorata dal suo fascino, si innamora presto di lui e lo sposa.

Tuttavia, la loro relazione è messa a dura prova quando Benny inizia a essere coinvolto in attività criminali e violente, poiché il club che ha ormai più di dieci anni d'attività sta cambiando, sembra non essere più il posto di prima e pian piano Johnny sente di star perdendo autorità e controllo. L'uomo vorrebbe più sostegno da Benny ma lui dopo aver rischiato diverse volte si ritrova combattuto, in bilico tra la vita in sella che non vorrebbe abbandonare mai e la volontà di Kathy sempre più decisa ad uscire da questi giri.

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Mentre la tensione all'interno dei Vandals aumenta, Kathy e Johnny si ritrovano a contendersi Benny, ognuno dei due vorrebbe averlo accanto a se ma i due stili di vita desiderati non coincidono affatto. Kathy deve fare una scelta difficile: rimanere con Benny e accettare il suo stile di vita pericoloso, oppure lasciarlo e cercare una vita più sicura e stabile.

L'evolversi dei fatti, lo sviluppo di queste dinamiche viene narrato in The Bikeriders in modo quasi cronistico dal punto di vista di Kathy personaggio interpretato da Jodie Comer, che racconta la sua esperienza all'interno del club a a Danny (Mike Faist) giovane reporter in erba, deciso a ricostruire la storia dei Vandals. Questo tipo di narrazione estranea lo spettatore, non permettendogli un'immedesimazione totale delle vicende mostrate ma allo stesso tempo è funzionale per la linearità del racconto, è un filo conduttore spazio temporale chiaro che si snocciola pian piano.

Inoltre, scegliendo di dare il "compito di cronista" ad un personaggio come Kathy, una donna non favorevole e quel tipo di vita e stanca esplicita chiaramente l'intento di Jeff Nichols di non glorificare i suoi protagonisti, che nella maggior parte dei casi comunque compiono azioni illegali.

Il mistero di Benny e la magnetica interpretazione di Austin Butler

Ogni personaggio, anche quello meno rilevante nella narrazione in The bikeriders ha la sua caratterizzazione e dei tratti particolari che fanno sì che lo spettatore se lo ricordi anche se sullo schermo viene mostrato poco, come nel caso di Zipco (Michael Shannon) o Funny Sunny (Norman Reedus).

Tom Hardy nei panni di Johnny ci regala un'ottima interpretazione, dando vita a un leader con un sogno che pian piano vede infrangersi davanti ai suoi occhi, ormai incapace di tirare le redini verso di se e riprenderne il controllo.

Ma su tutti, il personaggio che attira l'attenzione, quello sul quale ci si ferma a riflettere è sicuramente Benny (Austin Butler) perché è davvero un enigma tanto affascinante quanto pericoloso. Se per molti dei personaggi esistevano foto e audio da cui prendere spunto per dare loro nuova vita trasposta sul grande schermo, nel caso di Benny non c'era nulla.

Il suo personaggio è ispirato ad un biker che nelle foto si vede sempre in lontananza, di spalle o di profilo, per lo più intento a fumare. Così Nichols e Austin Butler, da un'idea, sono riusciti a scrivere e trasporre uno dei personaggi più magnetici e affascinati che abbia ritrovato recentemente in sala, da delle fonti quasi inesistenti. Grazie alla bravura, che si riconferma ancora una volta, di Austin Butler, nasce Benny, un personaggio che anche dopo la visione del film è difficile da dimenticare, con i suoi silenzi le sue contraddizioni racchiude l'essenza della pellicola.

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Austin Butler è la vera star del film e Benny è un personaggio che non si può amare o odiare incondizionatamente, è un vortice di emozioni che ci trascina con sé fino all'ultimo fotogramma.

L'attore, con la sua interpretazione, non solo regala una performance indimenticabile, ma eleva The Bikeriders a un livello superiore. Il suo carisma e la sua profondità emotiva rendono il film già pregno di citazionismo e con una regia solida e immersiva un'esperienza coinvolgente e indimenticabile.