The Crown 4: cosa è andato storto?
The Crown 4 è finalmente uscita!La serie britannica di punta della piattaforma Netflix è tornata con l’introduzione di nuovi personaggi, altri nomi importanti nel cast, nuovi incastri di trama e un’inedita ondata di critiche. Ma andiamo con ordine. Di cosa parla questa stagione? La serie affronta le vicende della famiglia reale britannica nel contesto socio-politico […]
The Crown 4 è finalmente uscita!
La serie britannica di punta della piattaforma Netflix è tornata con l'introduzione di nuovi personaggi, altri nomi importanti nel cast, nuovi incastri di trama e un'inedita ondata di critiche. Ma andiamo con ordine.
Di cosa parla questa stagione?
La serie affronta le vicende della famiglia reale britannica nel contesto socio-politico nazionale e internazionale.
La quarta stagione si concentra sul periodo compreso tra il 1979, ascesa della Lady di ferro, Margaret Thatcher, a Primo Ministro, e il 1990, anno del suo tracollo politico, coinvolgendo il matrimonio del Principe Carlo con Lady Diana Spencer. Sullo sfondo, gli attacchi dell'Irish Republican Army, gli scontri tra la classe operaia e la borghesia inglesi, la guerra nelle Falkland, l'apartheid e il ruolo del Regno Unito nel Commonwealth e nel mondo.
Tutti eventi che, oltre ad essere recenti e ancora vividi nella memoria storica, sono anche stati oggetto di numerose rappresentazioni cinematografiche di successo, da Billy Elliot (2000), a The Iron Lady (2011), passando per The Queen (2006).
Infatti, il periodo coperto dalle prime tre stagioni, con l'eccezione dell'abdicazione (Il discorso del re, 2010), l'ingresso del Regno Unito nella Seconda Guerra Mondiale (Darkest Hour, 2017) e l'incontro presidenziale con i Kennedy (The Kennedys, 2011-2017; Jackie, 2016), poteva essere rappresentato nella serie con la piena libertà di un inedito. Al contrario, questa nuova stagione ha un'eredità pesante da raccogliere.
Questo, probabilmente, era lo scoglio più difficile per la produzione Netflix: riuscire a raccontare eventi e personaggi con fedeltà e originalità, senza cadere in una rappresentazione stereotipata né in una copia-carbone degli illustri precedenti.
E, in parte, l'esperimento è riuscito.
I personaggi
Questa stagione abbandona il focus sul matrimonio tra Elisabetta e Filippo, e si costruisce attorno alle tre donne più influenti del decennio: la Regina, Margaret Thatcher e Lady D.
Olivia Colman prosegue nella rappresentazione di una Regina dedita alla Corona, distaccata dagli affetti, incapace di capire le emozioni delle persone che le stanno vicino. In questa stagione, lo scontro di Elisabetta è con il suo ruolo di madre, messa a confronto in ruolo antitetico a Margaret Thatcher.
Questa Margaret Thatcher è "la Thatcher di The Crown", un personaggio teatrale, avvolto da un'aura di espressiva austerità e a tratti di umana fragilità che si relaziona con la famiglia reale creando un brillante effetto di contrasti.
La rappresentazione della fantastica Gillian Anderson (The fall, 2013-2016; Sex education, 2019) è enfatica e dichiaratamente caricaturale e stacca completamente con la Lady di ferro di Meryl Streep. Fornisce l'aggancio per la discussione delle principali tematiche sociali e politiche nazionali e internazionali, allontanando la telecamera dalle stanze di Buckingham Palace e dalla tenuta di Balmoral.
L'ingresso a corte di Lady D.
Lady Diana Spencer, interpretata da Emma Corrin, è da subito messa a confronto, prima come principessa e poi come madre, con la giovane Elisabetta: ritrovatasi in un ruolo per la quale non è preparata e con un marito con aspirazioni diverse dalle sue. Dall'implacabile giudizio della Corona, Diana esce perdente: umana, moderna, lontana dal rigore richiesto al suo ruolo; una madre amorevole e fisica, una principessa che assume una dimensione materiale, che usa il proprio corpo per avvicinare e affascinare. Un po' come Margaret Windsor (Helena Bonham Carter), che in Diana si riconosce.
Diana è, da un punto di vista narrativo, il personaggio meno riuscito della stagione. Dopo il successo del "test" reale in Scozia, in cui si dimostra vivace, capace, brillante e determinata, la principessa è, invece, rappresentata come una giovane umorale, narcisista e instabile, vittima innocente di un sistema abusante, affetta tanto da un pesante disturbo alimentare, descritto vividamente, quanto da una "bulimia" relazionale. Per quanto basata su degli elementi di realtà diffusi pubblicamente, la narrazione che ne viene fatta è spesso inverosimile, sopratutto per quanto riguarda il debutto a corte, in cui sembra impreparata e fuori luogo.
Allo stesso modo, nel parallelismo con Elisabetta ed Filippo delle prime stagioni, alcuni momenti della relazione con il Principe Carlo sfiorano la soap opera. I coniugi sembrano agli antipodi: i contrasti interni al matrimonio appaiono da subito inevitabili dovuti alle differenze di obiettivi, di educazione, di età, al protagonismo di entrambi e alla relazione onnipresente di Carlo con Camilla Parker-Bowles; tuttavia, la scrittura dei litigi e delle pacificazioni è affrettata e forzata, con delle dinamiche ripetute che, a lungo andare, annoiano lo spettatore.
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E' Guerra anche tra Diana e gli altri componenti della famiglia reale, con la minaccia conclusiva del Principe Filippo che anticipa gli eventi della quinta stagione.
Perché guardare questa stagione
Per quanto ispirata a fatti accaduti e persone realmente esistenti, la serie non è un documentario: gli autori si prendono tutte le giuste libertà sugli eventi e sui personaggi necessarie al buon funzionamento della serie.
E a ragione.
Il primo episodio è fortissimo, alzando le aspettative su questa stagione: un climax costruito lungo tutto l'episodio che culmina nella morte notevole di un personaggio illustre. La cura per i dettagli della serie rimane innegabile: le ambientazioni, i costumi e gli arredi, finanche un topo, sono tutti debitamente posizionati per marcare la distanza tra il fascino delle tradizioni decadenti della Casa Reale e il mondo moderno che avanza accompagnato da una fantastica colonna sonora. Questa distanza culmina fino ad annullarsi nell'episodio Fagan, con l'inaspettato e letterale incontro tra la Corona e uno dei suoi sudditi.
Sebbene la Regina scritta per questa quarta stagione non sia all'altezza dell'Elisabetta degli inizi della serie, Olivia Colman riesce comunque a fornire un'interpretazione incisiva e a tratti superba.
Carlo è convincente nel far emergere contemporaneamente sia il suo status privilegiato sia il vissuto distacco dagli affetti genitoriali. Carlo risulta così un ricco orfano con entrambi i genitori ancora in vita, e Josh O'Connor riesce a incarnare al meglio quest'anima conflittuale.
Parlando di conflitto, ciò che veramente colpisce di The Crown 4 è la contrapposizione dialogica tra la Corona, i suoi costumi antichi e "barbarici"-cit. e il popolo, o per meglio dire, i popoli che la Corona serve in un nuovo presente: le spinte indipendentiste, le lotte di classe e l'innamoramento collettivo per la "Principessa del popolo" ci fanno presagire la distanza sempre più incolmabile tra la famiglia reale e la popolazione, che culminerà, verosimilmente, verso la fine della quinta stagione.
Cosa non funziona
Se alcuni aspetti dei personaggi, in particolare della famiglia reale, appaiono esageratamente caricaturali e bidimensionali, ad esempio la Regina completamente anaffettiva, Carlo esageratamente infantile, Diana esageratamente problematica, il problema principale sta nell' "effetto Settimo Cielo". Ricordate la serie anni '90-'00 in cui in ogni episodio tutti iniziavano a fumare e si parlava del tabagismo, o tutti perdevano la verginità e si parlava della contraccezione, o tutti i figli del pastore Camden disubbidivano a una regola e si parlava dei castighi divini?
Ecco, The Crown 4 soffre di questa sindrome, concentrando simili eventi e riflessioni di diversi personaggi su uno stesso tema in un unico episodio. L' "effetto Settimo Cielo" è palpabile dal primo episodio, e, purtroppo si trascina fino alla conclusione della stagione, creando un ritmo forzato, inverosimile ed esasperato.
Inverosimile ed esasperata
E' stata criticata molto dalla famiglia reale britannica la rappresentazione del rapporto tra Diana, Carlo e Camilla visto in The Crown 4. In particolare i Principi William e Carlo sembrano furiosi per il ritratto che la serie fa di quest'ultimo, crudele ed egocentrico, e per la semplicità con cui una relazione complessa e turbolenta è stata trattata.
Sembra addirittura che la coppia reale Carlo-Camilla stia soffrendo di un calo di popolarità dovuto proprio alla serie, che invece ha riscosso un alto successo di pubblico.
Per quanto ispirata a fonti reali e storiografiche, è innegabile che la serie si sia giustamente presa delle libertà narrative. Avvicinandosi sempre più a eventi vicini nel tempo, che toccano non solo la memoria storica, ma anche il vissuto di persone vive e reali, c'è da domandarsi quale sarà l'atteggiamento degli autori nei confronti della separazione e della morte di Lady D, e con quale e quanta sensibilità affronteranno l'argomento. Non ci resta che aspettare la prossima stagione, già in programma, che vedrà un importante passaggio di testimone: sarà infatti Imelda Staunton (Maleficent, Harry Potter) a interpretare la Regina.
Nel caso siate dei fan delle serie tv Netflix, la redazione vi consiglia le seguenti recensioni: Barbari (2020) e Unbelievable (2019).
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