The Last Of Us, Recensione 1×01 – Buona la prima!

Su Sky e su NowTv è finalmente disponibile il primo episodio di The Last Of Us, e si sa, chi ben comincia è a metà dell’opera.

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Sin dal rilascio del primo teaser trailer, il 26 settembre 2022, l’attenzione mediatica per la nuova serie tv The Last Of Us è stata alle stelle; dalle prime immagini, infatti, era possibile vedere il lavoro di accurata trasposizione che HBO, emittente televisiva americana che produce il prodotto televisivo, abbia cercato di infondere.

Basata sull’omonimo videogioco, sviluppato da Naughty Dog e prodotto da Sony Interactive Entertainment, siamo di fronte ad uno degli eventi televisivi più attesi dell’anno.

A trainare le redini di questo nuovo prodotto televisivo, vi sono le penne di Craig Mazin, conosciuto per il suo ruolo di ideatore e scrittore per la serie Chernobyl, e Neil Druckmann, ideatore, scrittore del videogioco omonimo e co-presidente di Naughty Dog.

In un primo momento si può ben capire perché questa serie tv sia stata comunque accolta con dell’enorme scetticismo: si tratta, in effetti, dell’ennesima trasposizione di un’opera videoludica e purtroppo gli esempi antecedenti non sono stati dei migliori. Inoltre, si parla nuovamente di zombie; queste figure sono state rappresentante in tutte le salse nel media cinematografico e televisivo e facilmente, quindi, si potrebbe correre il rischio di inciampare in un prodotto già visto in passato.  

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The Last Of Us

Neil Druckmann conosce The Last Of Us: è suo, lo ha pensato, scritto, sviluppato come videogioco e, infine, trasposto in un’opera televisiva. Nelle ultime settimane ha dichiarato che la serie avrebbe rispettato il titolo videoludico, ma al tempo stesso avrebbe ampliato quel mondo con delle scene troppo lente per essere inserite in un videogioco.

Il co-presidente della Naughty Dog ha dichiarato, inoltre, che la serie tv “sarà al tempo stesso la migliore e la più autentica trasposizione di un videogioco”.

Nella giornata di ieri, in contemporanea con gli Stati Uniti, è stato rilasciato il primo episodio di The Last Of Us su Sky e sulla piattaforma di streaming NowTv.

Di seguito, troverete la recensione del primo episodio della serie tv firmata da HBO; vi ricordiamo che potreste incorrere in qualche spoiler qualora non abbiate giocato il titolo videoludico e non abbiate visionato l’episodio.

The Last Of Us: non è il solito telefilm sugli zombie

Sin dal prologo, The Last Of Us vuole chiarire un concetto fondamentale: non siamo di fronte all’ennesimo prodotto di Hollywood basato sugli zombie.

Non sarà un virus ed una conseguente pandemia (di quelle ne abbiamo già avuto abbastanza) a piegare le sorti dell’umanità, ma un fungo mutato che si comporta come un parassita, andando ad infettare il corpo del malcapitato ospite fino a controllarlo per poter così diffondersi fino all’ultimo esemplare sano disponibile.

Il Cordyceps è molto più infimo di un virus; mentre per quest’ultimo è possibile trovare una cura (sia sotto forma di vaccino o di farmaco antivirale), per i funghi queste non sono a disposizione di tutti. I funghi sono agenti patogeni molto difficili da studiare e che fino all’Outbreak Day (giorno in cui iniziano le disavventure di The Last Of Us) non erano in grado di infettare gli umani in quanto la loro temperatura corporea non gli consentiva di replicarsi.

Purtroppo, il riscaldamento globale ha costretto questi agenti patogeni ad evolvere e quindi riescono ad infettare i primi esseri umani. È l’inizio della fine.

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The Last Of Us

Nel 2003, Joel Miller (Pedro Pascal) è un semplice carpentiere che gestisce la sua ditta insieme al fratello Tommy (Gabriel Luna) e che accudisce sua figlia Sarah (Nico Parker). Di lì a poco, la sua vita verrà sconvolta irrimediabilmente quando l’infezione da fungo Cordyceps arriva in Texas e tramuta le prime persone in “zombie”.

Questi sono degli esseri particolarmente violenti, il cui scopo è solo quello di mordere, uccidendo ed infettando, tutte le persone sane che li circondano.

È una lotta contro il tempo. Joel, insieme alla figlia e al fratello, devono scappare al più presto per non cadere vittima di questi esseri. Purtroppo, però, il protagonista capirà pagando a caro prezzo che, molte volte, i veri mostri non sono gli infetti.

Vi è un salto temporale in The Last Of Us (proprio come nel videogioco). Sono passati venti anni dall’Outbreak Day ed il mondo ha imparato a sopravvivere in una sorta di co-esistenza con gli infetti.

Gli esseri umani sopravvissuti sono rinchiusi in degli avamposti, guidati dall’esercito militare della FEDRA, e vige la corte marziale: non si può né uscire né entrare nelle mura senza permesso, altrimenti si va incontro alla pena capitale.

A Boston, Joel è diventato un contrabbandiere che cerca di farsi strada in questa nuova malcapitata società anche grazie a dei lavori “legali” che gli permettono così di guadagnare delle razioni. Non è più con Tommy, il quale si è trasferito in un altro insediamento in Wyoming.  

Al suo fianco, invece, vi è Tess (Anna Torv); una donna tenace, fiera e intelligente che non si è lasciata piegare dalla nuova società, anzi riesce a districarsi senza difficoltà anche contro la malavita di Boston.

I due, insieme, stanno cercando di recuperare una batteria in modo tale da poter ripristinare un veicolo e partire alla ricerca di Tommy, che da tre settimane non risponde più ai messaggi lasciati via radio da parte di Joel.

Purtroppo, come scritto pocanzi, in The Last Of Us gli infetti non sono gli unici mostri presenti in questa nuova società. Robert (Brendan Fletcher) è uno dei malavitosi di Boston e vuole vendere la batteria di Joel ad un terzo contendente, il quale a sua volta deve trasportare qualcosa di molto prezioso dall’altra parte degli Stati Uniti.

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The Last Of Us

È proprio in questo momento che conosciamo l’altra protagonista di The Last Of Us: Ellie (Bella Ramsey), una quattordicenne indisponente che non ha mai conosciuto la società prima dell’arrivo del Cordyceps e che risulta essere fondamentale per Marlene (Merle Dandridge), la leader delle Luci.

Se da un lato vige la corte marziale della FEDRA, al tempo stesso vi sono le Luci, ovvero la resistenza. Questo gruppo, infatti, vorrebbe sovvertire completamente la società militare che è stata imposta per cercare di ripristinare quei sentimenti di libertà che vigevano prima dell’Outbreak Day. Per farlo, però, serve una pedina fondamentale: Ellie.

Durante uno scontro a fuoco, Marlene viene ferita ad un fianco e non può più trasportare la ragazzina verso l’altro avamposto delle Luci. Sigla, quindi, un accordo con Joel e Tess, promettendo loro che, dopo aver consegnato la ragazza, questi potranno prendere un veicolo e raggiungere così Tommy.

Viene così compiuto il primo passo di un lungo cammino che vedrà i tre protagonisti a confrontarsi con le avversità del mondo post Outbreak Day. Ma The Last Of Us è sempre pieno di sorprese.

I tre, infatti, vengono fermati fuori dalle mura da un militare e, dopo aver effettuato il controllo per valutare tracce di infezione da Cordyceps, si scopre un verità scottante: Ellie è infetta da tre settimane, ma non ha ancora sviluppato alcun sintomo della malattia.

Joel e Tess, però, non possono perdere tempo a cercare risposte; i due, infatti, sono costretti a proseguire nel viaggio verso una meta che viene soltanto intravista nei secondi finali del primo episodio. The Last Of Us si chiude con un guizzo che lascia presagire cosa riserverà il cammino, sia strizzando l’occhiolino ai videogiocatori amanti del titolo, sia incuriosendo chi guarda l’opera di Neil Druckmann (e di Craig Mazin) per la prima volta.

Chi ben comincia...

I due autori della serie sviluppata da HBO, Neil Druckmann e Craig Mazin, sicuramente hanno voluto confezionare un prodotto televisivo che nutre un profondo rispetto nei confronti dell’opera videoludica The Last Of Us su cui è basata.

Non soltanto attraverso la riproduzione fedele di alcune scene chiavi di The Last Of Us, ma anche grazie alle aggiunte che non appesantiscono assolutamente il ritmo della narrazione.

Prima di immergerci nell’analisi recitativa e registica del primo episodio, bisogna innanzi tutto trattare del comparto audio della nuova serie tv. Aver scelto Gustavo Santaolalla (già compositore per il titolo videoludico) risulta essere una mossa vincente sin dalla sigla iniziale di The Last Of Us.

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The last of us

Sono delle note che hanno segnato l’intera saga, diventate cult nel mondo Sony PlayStation ed il compositore le rispetta e le esalta all’interno di questo primo appuntamento settimanale. La musica accompagna le scene alla perfezione sapendo accompagnare i vari stati d’animo di chi guarda e strappando anche un sorriso a chi ha già giocato la trasposizione videoludica e riconosce delle melodie.

La musica, però, è soltanto uno dei fattori vincenti di questo primo episodio.

La prima parte è un tripudio di regia, di interpretazioni magistrali e di rispetto nei confronti del videogioco. Infatti, proprio come in quest’ultimo, anche qui non viene concesso molto tempo allo spettatore insieme alla famiglia felice di Joel eppure si riesce immediatamente a entrare in empatia con loro.

Sarah è un’adolescente adorabile che sprigiona simpatia e gioia di vivere, che adora suo padre e che fa affezionare subito lo spettatore. Joel è un padre un po’ assente, ma solo perché cerca di lavorare tanto in modo da garantire un futuro migliore a sua figlia; un padre che ama sua figlia più di ogni altra cosa al mondo.

Passano soltanto venti minuti dall’inizio del primo episodio di The Last Of Us e Pedro Pascal subito ci consegna sullo schermo una delle migliori performance della sua carriera: una scena straziante che ripete con una precisione chirurgica il dolore della perdita di Joel (interpretato nel videogioco da un magistrale Troy Baker, ndr), coinvolgendo lo spettatore attivamente in quella sensazione di vuoto che soltanto un lutto profondo può lasciare.

Joel cambia, mutato da un mondo in cui si deve diventare forti per sopravvivere, e anche l’interpretazione di Pedro Pascal segue questa trasformazione: non è più un padre amorevole, ma è un uomo profondamente segnato, violento, che incute timore nel prossimo che lo incontra, che non ha paura di sporcarsi le mani anche con l’illegalità. È un uomo che non ha paura nemmeno di puntare una pistola contro una quattordicenne, quando si sente minacciato.

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The Last Of Us

Ancora è presto per parlare dell’interpretazione di Bella Ramsey, che in questo episodio ci presenta Ellie in maniera irriverente ed arrogante. Non è un personaggio che si ama al primo impatto, ma non lo era nemmeno nel videogioco.

Questo perché Ellie è una figlia di una società nata in seguito all’Outbreak Day, in cui l’unico barlume di speranza è data dal gruppo della resistenza, le “Luci”.

Infatti, una delle frasi che maggiormente viene ripetuta in The Last Of Us è: “Se vi perdete nel buio, cercate le Luci”.

È questo il fine ultimo del viaggio che vedrà come protagonisti Joel ed Ellie: la ricerca della luce, di quel barlume di speranza da poter donare all’umanità.

Una formula vincente (per ora)

In questo primo episodio di The Last of Us è presente tutto della formula vincente del videogioco e che risulta esserlo altrettanto nella sua trasposizione televisiva: una storia emozionante con delle interpretazioni magistrali da parte dei protagonisti, i temibili e violenti infetti, una società malsana che cerca di rinascere in seguito all’apocalisse, un’ambientazione mozzafiato.

È presto per dire se The Last Of Us è davvero riuscita nell’intento di creare “la migliore e più autentica trasposizione di un’opera videoludica”, ma di certo le premesse del primo episodio sono le migliori.

The Last Of Us è attualmente disponibile su Sky e su NowTv. Il prossimo episodio verrà pubblicato lunedì 23 gennaio (in contemporanea con gli Stati Uniti) e martedì 24 gennaio (doppiato in italiano).

Recensione senza voto

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