The Mandalorian 3×02, Recensione – Alla ricerca di sé stessi
Mercoledì è arrivato e, con lui, una nuovissima puntata di The Mandalorian 3. Analizziamola insieme.
È arrivato mercoledì e questo può significare una cosa soltanto: è ora disponibile il secondo episodio di The Mandalorian 3!
Questo episodio è densissimo di eventi e citazioni, il che probabilmente ci fa rimangiare ciò che abbiamo detto nella recensione del primo episodio, ovvero che probabilmente la serie non sarebbe stata alla pari di quelle precedenti. A dispetto di ciò, tutto questo sembra essere passato in secondo piano se si misura ciò che il secondo episodio di The Mandalorian 3 è in grado di presentarci, confermando che la classica formula alla The Mandalorian continua ancora a funzionare alla grande, cambiando le carte in tavola e portando a termine ciò di cui si parlava da qualche episodio precedente.
Inoltre, siamo fin qui convinti che il lavoro svolto da Filoni e Favreau stia procedendo davvero bene, nonostante sia abbastanza presto per pronunciarsi.
Intanto, è qui che iniziano le vere e proprie avventure su Mandalore di Din. Una delle cose che avremmo voluto vedere è una piccola accelerazione alla trama principale, la quale sembra ancora rimanere nascosta.
Il tanto atteso arrivo a Mandalore
Questa, come detto in precedenza, è la cosa che più aspettavamo: l’arrivo di Mando e Grogu su Mandalore (terra Natia di Din). Dopo diverso tempo che se ne parla, dopo le varie dicerie su quel posto e dopo i vari insegnamenti di Din a Grogu su quel luogo, era ora di vedere Mandalore all’interno della serie dopo tre stagioni e devo dire che io stessa ero molto curiosa di esplorare Mandalore.
Il secondo episodio di The Mandalorian 3 inizia anche con un vecchio ritorno, ovvero quello della simpaticissima Amy Sedaris nei panni di Peli Motto su Tatooine, e anche qui, per chi ha visto le vicende di Mando e Grogu in The Book Of Boba Fett, sa benissimo di ciò che le accadde. In questa lunghissima ed importante missione, il nostro caro Mandaloriano viene accompagnato dal mitico droide R5-D4, evidentemente molto spaventato per la vicenda.
L'episodio si presenta bene dal punto di vista narrativo e, a differenza di come è iniziata la terza stagione, stavolta sembra che la situazione si sia stabilizzata, con Mando e Grogu pronti a partire verso una nuova esperienza, come d’altronde accadeva nelle precedenti stagioni e, sinceramente, molto meglio così.
Molto bene anche dal punto di vista stilistico, con una regia che ci regala un ritorno del vero prodotto Mandaloriano pieno di colpi di scena. Il ritmo è moderato e gioca tranquillamente con i 45 minuti circa di episodio, al contrario di quanto visto nel primo episodio.
Mando e Bo-Ketan, dopo la sosta su Mandalore, ripercorrono ciò che era questa terra molto tempo prima e, proprio per questo, i toni sono più nostalgici e, oltre ad un velo di tristezza, dai loro dialoghi si scorge quel pizzico di rammarico che, ormai, sappiamo essere il senso tipico dell’orgoglio racchiuso in un Mandaloriano.
Sarebbe interessante vedere in futuro un approfondimento o un confronto tra le mentalità di Bo-Ketan e Din poiché, nonostante siano evidentemente diversi, insieme potrebbero dar vita nuovamente a ciò che era prima Mandalore.
Il secondo episodio di The Mandalorian 3 entra nel vivo soltanto nella seconda metà con la visita della capitale, nonché di Sundari e di quel che resta delle famose miniere. Questi luoghi diventano fondamentali per chi guarda in quanto lo stesso Din non ha mai avuto un legame vero e proprio con essi, ma è solo avvolto da mille leggende e teorie che gli sono state tramandate dal suo popolo. Si tratta quindi di una sorpresa per lui come per lo spettatore.
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Il tema principale dell’episodio è il dolore, e questo è evidente non solo da alcuni spunti di trama ma anche dai gesti e dai dialoghi, in particolare attraverso quello abbastanza lungo e significativo con Bo-Ketan.
Forse un po' troppo marginale rimane la narrazione principale di The Mandalorian 3 che, sotto alcuni aspetti, non è ancora chiara.
Altro dettaglio importante di questo secondo episodio è stato la crescita di Grogu, che finalmente vediamo giocare con la forza dopo le vicende con Luke Skywalker e Ahsoka. C’era davvero bisogno di mettere in atto le potenzialità del piccolo Grogu in questo preciso momento? Sì, poiché il piccolo ha dovuto mettere in salvo la vita del suo compagno di viaggio Din Djarin.
Speriamo di poter vedere molto di più da parte di Grogu prima della fine di questa terza stagione. In particolare, una cosa che aspetto da moltissimo tempo è vederlo in azione e, parliamoci chiaro, dopo tutto questo tempo non è poi arrivata l’ora?
Ma siamo sulla buona strada?
Ciò che era in origine la storia di un mercenario a tratti spietato sembra stia diventando la storia di un padre attento e amorevole nei confronti di un piccolo bambino accerchiato da moltissimi amici che non fanno altro che volergli bene. Din Djarin sta prendendo la forma di un eroe a tutto tondo, che non fa altro che citare il suo popolo e mettere la propria storia in evidenza con carattere valoroso.
Ma è ciò che realmente vogliamo?
Sembra che Jon Favreau stia pensando di preparare un bel terreno ampio per poter permettere al personaggio di Pedro Pascal la sua ascesa al trono di Mandalore e, per quello che ad oggi vediamo, sembra un scelta possibile. Chissà se vedremo questo passaggio proprio all'interno di questa stagione, soprattutto dopo la visita tanto attesa a Mandalore, o magari nella prossima, visto che a quanto pare ci sarà anche una quarta stagione. Speriamo solo che non vengano inserite storie eccessivamente secondarie di cui poco importa realmente.
Per il momento però non ci resta che darvi appuntamento con la settimana prossima, con un nuovo episodio di The Mandalorian 3 e con la sua annessa recensione!
Recensione senza voto
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