The Monk and the Gun, Recensione: l’ironia colpisce più di un AK47
The Monk and the Gun potrebbe essere una delle sorprese della Festa del Cinema di Roma.
The Monk and the Gun era stata una delle sorprese del Toronto Film Festival 2023 e ora, presentato anche alla Festa del Cinema di Roma, potrebbe ripetersi. Il terzo film diretto da Pawo Choyning Dorji, parte della sezione Progressive Cinema, ha scaturito in sala diverse risate grazie all'intelligente scrittura di un'opera sarcastica, che apre alla riflessione con una delle armi più potente di tutte: l'autoironia.
La modernizzazione del Bhutan
Nel 2006 a Bhutan inizia una transizione senza precedenti per il Paese: arriva la televisione, la pop culture americana e, soprattutto, la democrazia. Il processo per arrivare a quest'ultima però è lungo e ci vorranno ben due anni prima che questo si compia definitivamente.
La prima cosa da fare per poter attuare il cambiamento è educare il popolo al voto, ad esprimere la propria opinione, cercando di andare oltre ciò che hanno sempre visto. Non un compito semplice e, proprio per questo, si dà vita a delle elezioni simulate.
Nel frattempo, un americano, collezionista di armi, è in giro per il Paese alla ricerca di un'arma dall'enorme valore. Il fucile lo legherà a persone ed avvenimenti, compresi dei monaci, anch'essi sulle tracce dell'arma.
L'intelligenza dietro lo humor
The Monk and the Gun sfrutta tutte le frecce al suo arco per rendere quanto più accattivante possibile un tema affascinante, ma distante dal pubblico occidentale. Consapevole delle differenze culturali, il film si avvicina a noi con mezzi familiari, tutti provenienti dalla pop culture americana. È facile cadere nella sua "trappola" e, una volta cascati, sarà difficile non apprezzare la scaltrezza di The Monk and the Gun.
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Il film affronta temi importantissimi, come la libertà di opinione e l'informazione libera, e non dimentica di tirare in ballo la mentalità occidentale e le forme di governo più vicine a noi, mettendo in discussione tutte le forme di pensiero indistintamente. Lo humor con cui lo fa è determinate per la sua buona riuscita, il quale coglie di sorpresa lo spettatore, che non può far altro che apprezzare e sorridere.
Senza dubbio però il confronto tra queste culture così differenti fa anche riflettere, dimostrando come spesso l'arma più potente per avvicinarsi allo spettatore e indurlo al ragionamento è proprio l'ironia. L'equilibrio complicato che raggiunge The Monk and the Gun tra le due facce della stessa medaglia, dramma e commedia, è indubbiamente l'ennesima conferma dell'intelligenza di cui il film è dotato.
Sembra quasi di respirare
Le scenografie ampie e la regia, immerse nel verde del Bhutan, danno modo allo spettatore di "sentire" gli odori e l'aria tra i capelli, creando una cornice naturale che l'occidente non è più abituato a vedere per le sue strade.
Questa è accompagnata da una fotografia precisa, che valorizza l'ambiente circostante e che, nonostante non sia poi così singolare o innovativa, funziona ed accompagna bene la visione, mettendo in mostra tutti i colori che il Bhutan ha da offrire. Il cast si comporta bene, regge la sceneggiatura e non spreca nulla, ma non ha interpretazioni in particolare che ricorderemo, rimanendo da questo punto di vista nella media. Piuttosto, è il fucile a diventare il vero protagonista del film, un oggetto dalle mille facce e che buca lo schermo tanto quanto farebbe un suo proiettile.
7.5
HyRankThe Monk and the Gun
The Monk and the Gun era stata una delle sorprese del Toronto Film Festival 2023 e ora, presentato anche alla Festa del Cinema di Roma, potrebbe ripetersi. The Monk and the Gun sfrutta tutte le frecce al suo arco per rendere quanto più accattivante possibile un tema affascinante, ma distante dal pubblico occidentale. Il film affronta temi importantissimi, come la libertà di opinione e l'informazione libera, e non dimentica di tirare in ballo la mentalità occidentale e le forme di governo più vicine a noi, mettendo in discussione tutte le forme di pensiero indistintamente. Lo humor con cui lo fa è determinate per la sua buona riuscita, il quale coglie di sorpresa lo spettatore, che non può far altro che apprezzare e sorridere.