The Penguin, Recensione: niente da invidiare a The Batman?

Il Pinguino di Colin Farrell è il protagonista della serie spin-off di The Batman

The Penguin

A oltre due anni di distanza dall'uscita di The Batman, la saga di Matt Reeves fa il suo ritorno sul piccolo schermo. Questa volta il protagonista non è l'Uomo Pipistrello di Robert Pattinson, ma uno dei suoi villain più celebri e riusciti. Al centro di The Penguin c'è infatti il Pinguino di Colin Farrell.

La serie è in arrivo su Sky e Now con una puntata a settimana, in contemporanea con gli Stati Uniti. Qui trovate la recensione dettagliata del primo episodio, già disponibile per tutti gli abbonati Sky. Di seguito potete scoprire invece cosa aspettarsi dalle prossime puntate, rigorosamente senza spoiler, e il giudizio complessivo sulla serie. The Penguin ha retto il confronto con The Batman?

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The Penguin: cattivi si diventa

The Penguin non è la semplice storia di una scalata al potere, quella di Oz Cobb (Colin Farrell) dopo la morte di Carmine Falcone. La serie indaga, piuttosto, la psicologia perversa di un uomo deforme non solo nell'aspetto, ma soprattutto nella mente. Viene sì raccontato il tentativo di ascesa del Pinguino, ma sempre con lo sguardo di chi disprezza quelle azioni, seppur comprendendole.

The Penguin riesce nell'impresa di fare quello che, restando in tema di villain supereroistici, i film dell'universo Sony (Venom, Morbius, Madame Web) non sono mai riusciti a capire: i cattivi devono restare tali, anche quando sono i protagonisti. Ci sono tanti momenti in cui si entra in sintonia con Oz, ma ogni volta che ci si sta per affezionare al personaggio succede qualcosa in grado di respingere ogni forma di affetto per il protagonista. Oz rivela sempre la sua vera natura: un mostro narcisista che ambisce al potere.

Cattivi si nasce o si diventa? È questo l'interrogativo fondamentale di The Penguin, che si configura a tutti gli effetti come una origin story del protagonista, ma non solo. Scopriamo molto anche del passato della famiglia Falcone, in particolare di Sofia Falcone. Dopo 10 anni passati ad Arkham, è lei la grande rivale di Oz nella sfida per il controllo della criminalità di Gotham. Due personaggi tanto distanti fra loro quanto accomunati dai traumi di un passato che li ha trasformati profondamente.

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Proprio come in The Batman, è Gotham City la vera protagonista di The Penguin. Una Gotham in ginocchio, segnata dalle inondazioni provocate dall'Enigmista al termine del primo film. La serie è ambientata, infatti, una settimana dopo gli eventi di The Batman. Eventi che contribuiscono ad accentuare le disuguaglianze sociali, altro elemento centrale per comprendere il personaggio di Colin Farrell.

Chi non ha mai sognato di migliorare la propria vita, di sentirsi qualcuno di importante? The Penguin si riflette nel mondo reale, dimostra come tutti, potenzialmente, sono guidati da quegli impulsi che, se non controllati, potrebbero portare sulla cattiva strada. Ne è la dimostrazione Victor, il ragazzo che per tutta la serie è il braccio destro di Oz. Scopriamo che anche un bravo ragazzo come Victor può essere corrotto dalla tentazione di una vita migliore, un desiderio che emerge dai flashback del suo passato e che ci materializza nella figura di Oz.

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The Penguin: tra cinecomic e I Soprano

The Penguin è molto più vicino a I Soprano di quanto non lo sia al mondo dei fumetti. Se da un lato potrebbe far storcere il naso a qualche appassionato, dall'altro non si può non riconoscere la grandezza di un prodotto in grado di andare oltre i canoni del genere supereroistico. Come The Batman, anche la serie punta con decisione sul realismo, pur mantenendo gli elementi grotteschi e la stravaganza del protagonista.

The Penguin è un eccellente gangster show. Seppur a tratti soffocato dai cliché delle classiche storie di crimini e mafia, di onore e potere, nel complesso la narrazione funziona. La showrunner Lauren LeFranc ha trovato la formula giusta per raccontare una storia ambientata a Gotham senza coinvolgere Batman. Una storia di emarginati, di avidità e di sofferenza. Il segreto per l'ottima riuscita dello show? Circondare Oz di personaggi in grado di coadiuvarlo nel migliore dei modi in una serie lunga otto episodi.

Per quanto abbia dimostrato di poter ricoprire un ruolo secondario già in The Batman, non è semplice affidare al Pinguino il peso di un'intera serie. Ecco che allora l'introduzione di un personaggio come Victor, in cui Oz si riflette vedendo sé stesso, contribuisce a disegnare il quadro psicologico del protagonista. La costruzione del loro rapporto, dall'inizio al termine dell'ultimo episodio, è tra le cose più riuscite della serie. Così come anche la relazione con la madre, l'unica persona alla quale Oz sembra essere profondamente legato.

È però un altro personaggio a spiccare in The Penguin, rubando la scena anche ad Oz: Sofia Falcone. L'interpretazione di Cristin Milioti è fenomenale, forse la più riuscita in una carriera da veterana nel mondo delle serie TV (How I Met Your Mother, Fargo). Se l'irriconoscibile Colin Farrell è come sempre strepitoso, Cristin Milioti lo è persino di più. Ne avrete la certezza nel quarto episodio, interamente incentrato su Sofia. Un episodio forse troppo pretenzioso, ma di pregevole fattura.

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Sono proprio le interpretazioni di Farrell e Milioti a risaltare maggiormente, per quanto la serie nel suo complesso sia ben fatta. Certo, se c'è qualcosa che davvero può invidiare a The Batman (per quanto sia insensato paragonare due prodotti totalmente diversi) si tratta della fotografia di Greig Fraser e la colonna sonora di Michael Giacchino (il figlio Mick ha composto quella di The Penguin). D'altronde, parliamo di due eccellenze assolute degli ultimi anni.

Detto questo, nulla da togliere comunque a The Penguin: regia, fotografia e colonna sonora rimangono di altissimo livello, soprattutto per una serie tv. The Penguin resta un grande capitolo nella saga di Matt Reeves. Due su due per il momento, in attesa di The Batman 2.

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8

HyRank

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The Penguin trova il modo perfetto per espandere la saga di Matt Reeves. Un gangster show più vicino a I Soprano che al mondo dei cinecomic, riuscendo a raccontare la criminalità di Gotham anche senza Batman. Le formidabili interpretazioni di Colin Farrell e Cristin Milioti spiccano su tutto, dando spessore a personaggi complessi e tormentati, in una storia di potere e avidità. La serie esplora il lato più oscuro e umano di Gotham, puntando sul realismo senza rinunciare a un tocco grottesco. The Penguin è un degno successore di The Batman, in attesa del secondo capitolo della saga.

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