The Wonderful Story of Henry Sugar, Recensione – Il teatro di Wes Anderson
Wes Anderson approda a Venezia con un “film” dalla durata di 37 minuti!
The Wonderful story of Henry Sugar è il nuovo prodotto firmato da Wes Anderson che quest'anno, dopo essere approdato al Festival di Cannes con Asteroid City, sbarca anche al Lido per la Mostra del Cinema. È difficile definire questa pellicola in quanto, con la durata di 37 minuti, si colloca a metà strada tra lungometraggio e cortometraggio.
The Wonderful story of Henry Sugar è tratto dal romanzo omonimo di Robert Dahl. Il cineasta è stato sempre molto affezionato ai testi dello scrittore, a partire dalla pellicola in stop-motion Fantastic Mr Fox. Ha atteso più di vent'anni, tuttavia, per raccontare la storia di Henry Sugar, sua opera preferita, in quanto ancora confuso su come poterla adattare cinematograficamente. La famiglia di Dahl l'ha aspettato, conservandolo apposta per Wes Anderson, e ora finalmente il "film" verrà distribuito su Netflix il 27 Settembre.
The Wonderful Story of Henry Sugar: di cosa parla?
Ritornano per la pellicola volti già cari al cinema di Wes Anderson, da Ralph Fiennes a Dev Patel. Al centro, appunto, nient'altro che la meravigliosa storia del ricco Henry Sugar che scopre il metodo per vedere senza utilizzare la vista. E tramite anni di meditazione arriva anche ad essere in grado di predire il futuro. È così che riesce per lungo tempo a barare nei giochi d'azzardo dei casinò ed incassare una grande somma da devolvere ai meno abbienti e superare le barriere dell'avidità.
Metacinema e metateatro
Realizzata in due settimane e mezzo, la pellicola, come afferma il regista, è difficile da definire: è a metà strada tra cinema e teatro. In realtà rimane un film con le sembianze di una rappresentazione teatrale.
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La storia è, infatti, narrata dallo scrittore interpretato da Ralph Fiennes ma, man mano che si procede, il narratore cambia in base alle sequenze dei vari "quadri teatrali" che si succedono. La scenografia è composta da una serie di sipari che rendono il tutto uno spettacolo di teatro su uno schermo cinematografico. Qui gli attori raccontano (forse parlando, volutamente, in maniera troppo veloce) e descrivono anche le loro stesse azioni, che poi vengono tradotte visivamente.
La poetica di Wes Anderson
Per molti The wonderful story of Henry Sugar potrebbe sembrare l'ennesima messa in scena di una storia tipicamente alla Wes Anderson, una pellicola sempre pulita e geometrica e dalle tinte pastello. Questo è un suo tratto distintivo e, o lo si ama o lo si odia. Tuttavia l'impostazione teatrale e la particolare durata sottolineano il graduale sperimentare da parte del cineasta, che continua a regalarci la sua maniacale visione del mondo circostante. La sua cinematografia si riconferma una fabbrica che ti imprigiona in un mondo perfetto, senza caos o disordine.
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