Top Gun: Maverick è il cult moderno?
Top Gun: Maverick è finalmente disponibile in streaming… ma è questo il cult che stavamo aspettando?
Top Gun: Maverick ha debuttato nelle sale italiane lo scorso 25 maggio e da oggi è finalmente disponibile in streaming su Paramount +. Sono dunque passati diversi mesi dall’uscita sul grande schermo, ma i fan di Top Gun ormai sono abituati alle lunghe attese, d’altronde hanno aspettato più di trent’anni per vedere il sequel del cult degli anni ’80 e tutto questo tempo è stato sicuramente ripagato. La pellicola, campione al botteghino, ha guadagnato 1,5 miliardi di dollari, piazzandosi all’undicesimo posto nella classifica dei maggiori incassi cinematografici e diventando il primo film al box office 2022 (titolo che l’anno scorso è spettato a Spider-Man No way Home con quasi 1,9 miliardi).
Dunque il dominio Marvel ha lasciato il testimone per quest’anno ad un’opera definita da Tarantino (che non sempre si sbilancia positivamente sulle pellicole moderne) “un vero spettacolo cinematografico” e ancora un “tipo di meraviglia che avevo quasi pensato che non avrei mai più visto al cinema”. Apprezzato immediatamente dai fedelissimi della “saga”, è riuscito a trascinare nella sala anche i più giovani nelle successive settimane, riuscendo a farli fidelizzare con tutti i protagonisti (storici e new entry) grazie ad una trama che punta sull’effetto nostalgia rendendolo un punto di forza. E allora, Top Gun: Maverick può essere considerato il film cult moderno che stavamo aspettando?
Ricordando il primo capitolo
In Top Gun 2, il Tenente Pete Mitchell (Tom Cruise), soprannominato “Maverick”, è capitano di vascello nella marina degli Stati Uniti e sceglie di non essere promosso ad ammiraglio per continuare a volare e placare il suo desiderio di superare i limiti. Viene però contattato per addestrare un gruppo di giovani dell’accademia Top Gun per una missione segreta contro un impianto che cerca di trafficare l’uranio; tra questi allievi spicca Bradley Bradshaw (Miles Teller), conosciuto come “Rooster”, figlio di “Goose”, miglior amico di Maverick, morto anni prima in un incidente aereo in cui era stato coinvolto lo stesso Pete.
Quest’ultimo dunque dovrà fare i conti con i fantasmi del passato e superare una “missione impossibile”; a sostenerlo una nuova fiamma, Penny (Jennifer Connelly), che va a sostituire la precedente Kelly McGillis.
Un tripudio di azione ed emozione, che finalmente riporta il pubblico al cinema dopo due anni di pandemia (il grande schermo è, infatti, il luogo prediletto per la fruizione) e lascia anche i più giovani con il fiato sospeso. Alla regia Joseph Kosinski (Oblivion, Tron: Legacy) che prende le redini dopo il suicidio di Tony Scott, morto nel 2012, e a cui è dedicata la pellicola.
La volontà del regista scomparso era di creare una rivisitazione in chiave moderna dell’originale del 1986, in grado di concentrarsi sulle novità tecnologiche dei combattimenti aerei e del mezzo stesso; il risultato è un grandioso sequel che rispetta fedelmente l’originale e lo attualizza creando un bilancio riuscito tra passato e presente e aprendo le porte ad un futuro terzo film.
Perché Top Gun è un cult movie
L’inizio ricalca religiosamente l’originale e, se non fosse per le moderne macchine da presa, avremmo il dubbio di essere nel 1986, complice l’iniziale celeberrimo tema musicale uguale al primo Top Gun. Il film di Tony Scott è considerato un cult per svariati motivi: siamo di fronte ad un elogio patriottico degli USA, con una trama semplice ma efficace che si fonda su rapporti di amicizia e di amore (bromance e romance), inseriti in una cornice di azione e avvolti dalla martellante Take My Breath Away, vincitrice di un Oscar come Miglior canzone nel 1987.
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Un action movie che ha plasmato intere generazioni e che ha influenzato l’estetica degli anni Ottanta. Il protagonista, carismatico e adrenalinico, interpretato da un giovanissimo Tom Cruise che deve all’opera il lancio della sua carriera, diventa un modello cui rifarsi (basti banalmente pensare al successo degli occhiali Rayban dopo l’uscita del film). Il pathos crescente che raggiunge massime vette proprio come gli F-14 su cui volano i top gun e vedere Maverick riuscire a valicare quei limiti “terreni” rendono epico non solo il personaggio ma tutta la vicenda.
Tra fedeltà e nostalgia
Con tali premesse era difficile proseguire una storia di per sé già terminata, forse non era neppure necessario; sono all’ordine del giorno i sequel che “allungano” semplicemente l’originale senza aggiungere nulla di nuovo, anzi rovinando l’aurea di autentica perfezione solo a scopo di lucro. Ma Top Gun: Maverick non rispecchia questa descrizione, e non solo è uno dei sequel più riusciti, ma può a buon diritto essere ritenuto un cult moderno.
L’elemento nostalgico, come detto, è il fil rouge della pellicola, anche con nuovi personaggi la storia rimane la stessa ma viene estesa alle nuove generazioni di allievi; il rapporto tra Rooster e Hangman riecheggia quello tra Maverick e Iceman, quest’ultimo, interpretato da Tom Kazansky, è protagonista di una scena che porta all’apice la nostalgia dello spettatore. Anche la scena di pallavolo sulla spiaggia è identica a quello del primo Top Gun, così come la storia d’amore, nonostante l’attrice differente, è molto simile.
Allora cosa cambia rispetto al 1986? Cambia l’epoca, e con essa i mezzi tecnologici utilizzati, gli effetti speciali raddoppiano e le battaglie aeree sono più titaniche. Le spettacolari riprese aeree possono permettersi di occupare grande parte della durata del film perché sono girate dal vivo, d’altronde Tom Cruise è la reincarnazione di James Bond e volare ad alta quota è l’ultimo dei suoi problemi. Dunque la pellicola eccelle visivamente e soddisfa narrativamente. Tutto si rinnova, dai personaggi alla colonna sonora, questa volta affidata a Hans Zimmer e Lady Gaga.
L'immortalità di Top Gun
Top Gun: Maverick si basa sull’originale, lo rispetta e lo rimodernizza, rendendogli giustizia; nostalgico quanto basta per far emozionare gli spettatori che sono vissuti nell’epoca degli anni Ottanta. Ma il film riesce a riempire le sale anche di ragazzi, i figli di coloro che sono appartenuti all’era del primo film, e lo fa in un contesto storico in cui il grande schermo sembra cedere il posto alle piattaforme digitali.
Il primo Top Gun è un film senza tempo, non ci stanchiamo e non sentiamo la distanza temporale perché “è invecchiato bene”, e il suo sequel non è da meno. Ci viene spesso difficile parlare di cult per i film moderni, quando usiamo questa parola la relazioniamo perlopiù a opere del passato ma, complice l’eredità lasciata dal Top Gun del 1986, il sequel del 2022 può legittimamente ritenersi un cult moderno, di cui avevamo davvero bisogno.