Top Gun: Maverick, Paramount denunciata per violazione di copyright

La corsa al box office di Top Gun: Maverick potrebbe essere rallentata da una causa per violazione di copyright

Di , Scrivo di cinema, sogno di farlo. Il colpo di fulmine è arrivato con Mulholland Drive durante i miei studi a Roma, da lì in poi non ci siamo più separati.

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top gun maverick

Come ogni grande produzione che abbia successo, Top Gun: Maverick nelle ultime ore sta facendo discutere, ma anche più di quanto dovrebbe. Questo perché il film con protagonista Tom Cruise è stato accusato di violazione del copyright da Shosh Yonay e Yuval Yonay, vedova e figlio di Ehud Yonay, autore dell’articolo Top Guns che nel 1986 ispirò la realizzazione del film.

Top Gun: Maverick sta dominando il box office mondiale e la concorrenza con Jurassic World: Dominion (ancora non uscito negli USA) è più viva che mai, ma la lotta legale che aspetta la Paramount potrebbe cambiare la situazione. Come riportato da Deadline, Shosh Yonay e Yuval Yonay affermano che il sequel del cult anni '80 ha violato i loro diritti d'autore poiché i diritti sull'articolo Top Guns sono tornati in famiglia nel gennaio 2020.

Queste le dure parole dei legali della famiglia Yonay:

Il 24 gennaio 2020, il copyright della storia è tornato agli Yonays ai sensi del Copyright Act, ma la Paramount l'ha deliberatamente ignorato. Questo caso nasce dalla consapevole incapacità della Paramount di riacquistare i diritti accessori alla storia protetta da copyright degli Yonay prima del completamento e del rilascio del loro sequel del 2022.

La denuncia è stata depositata il 6 giugno e la famiglia del defunto autore chiede, oltre a danni monetari, il ritiro di Top Gun: Maverick dalle sale. La Paramount però ha risposto dicendo che il film era "stato completato a sufficienza" entro la data del gennaio 2020, e che quindi nessun copyright sia stato violato. Ricordiamo che la data di uscita originale del film era programmata per luglio 2019, ma che un ritardo ha spinto la produzione a rinviare la distribuzione per giugno 2020, poi slittata ulteriormente a causa della pandemia. Proprio per questo, Paramount ritiene "queste affermazioni prive di fondamento".

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