Uno Rosso, Recensione: come NON salvare il Natale
Uno Rosso, la nuova action comedy natalizia con Dwayne Johnson e Chris Evans, è l’ennesimo ibrido che dimentica il cuore a casa.
Uno Rosso è la nuova commedia d'azione natalizia dal budget di 250 milioni di dollari diretta da Jake Kasdan e con protagonisti Dwayne Johnson e Chris Evans. La trama ruota attorno al rapimento di Babbo Natale, interpretato da J.K. Simmons, con lo scopo di sabotare la sua consegna dei regali e punire chi in vita si è comportato male.
Questa brevissima introduzione potrebbe bastare per creare due tipologie di aspettative: o siamo di fronte a quella commedia fenomeno, capace di fare in modo intelligente auto-ironia e di trasformare il cringe in qualcosa di straordinariamente positivo, oppure è solo l'ennessimo ibrido natalizio che verrà presto dimenticato.
Dwayne Johnson e Chris Evans alla ricerca di Babbo Natale
Chris Evans interpreta Jack O’Malley, un hacker cinico che lavora nei meandri del dark web, mentre The Rock veste i panni di Callum Drift, il capo della sicurezza del Polo Nord. Quando Babbo Natale, interpretato da J.K. Simmons, viene rapito da un misterioso gruppo che intende sabotare il Natale, i due si trovano costretti a lavorare insieme per salvarlo.
Durante la missione, i protagonisti affrontano una serie di ostacoli e antagonisti sovrannaturali, tra cui Krampus, il sinistro fratellastro di Babbo Natale, e Grýla, una strega mutaforma della mitologia islandese che vuole punire una volta per tutte coloro che si trovano sulla lista dei cattivi.
Uno Rosso, che delusione
Non vogliamo girarci troppo intorno, per noi Uno Rosso è una grossa delusione. Quello che poteva essere un film natalizio divertente, auto-ironico, adatto ad un pubblico misto di ragazzi e adulti, si è rivelato essere non solo un collage di cose già viste sul grande schermo, ma anche un "mappazzone" dalla discreta pesantezza.
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L'idea di combinare la mitologia in chiave contemporanea, introducendo figure come ad esempio Krampus e Grýla, ai classici e amati stereotipi delle pellicole natalizie non era una brutta idea di partenza, anzi. Lo stesso vale per il trio dei protagnisti, Evans, Johnson e Simmons, che avevano tutte le carte in regole per fare un buon lavoro e attrare il pubblico in sala.
Le cose buone di Uno Rosso, però, terminano qui, a questi presupposti iniziali. La narrazione, al contrario di quanto ci si potesse aspettare, si prende troppo sul serio e cerca seriamente di riprodurre, con qualche citazione ai videogiochi in più e con molta più CGI, un determinato filone di film. L'auto-ironia è il grande assente di un film che fa ridere fin troppo poco per quello che dovrebbe essere, oltre a mancare completamente quella magia natalizia data dal cuore della storia.
I dialoghi banali, il poco approfondimento dei personaggi e l'azione sovraccaricata da CGI rendono Uno Rosso difficile da digerire. La sensazione è di sedersi davanti ad un prodotto plasticoso, privo di anima e di carattere, con la tipica atmosfera natalizia sostituita da tanti, moderinissimi, specchietti per le allodole.
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HyRankUno Rosso
L'idea di combinare la mitologia in chiave contemporanea ai classici e amati stereotipi delle pellicole natalizie non era una brutta idea di partenza, così come la scelta del cast sembrava essere azzeccata. Le cose buone di Uno Rosso, però, terminano qui, a questi presupposti iniziali. Il film si prende troppo sul serio senza poterselo permettere, con dialoghi banali, poco approfondimento dei personaggi e troppa CGI. C'è veramente troppo poco cuore per essere a tutti gli effetti un film natalizio.