Waterworld: ecco perché il film con Kevin Costner fu un disastro senza precedenti

Waterworld, da flop a cult: tutte le difficoltà che ha dovuto affrontare il film con Kevin Costner.

Di , Scrivo di cinema, sogno di farlo. Il colpo di fulmine è arrivato con Mulholland Drive durante i miei studi a Roma, da lì in poi non ci siamo più separati.

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Waterworld è uno dei film post-apocalittici più discussi di sempre: c'è chi con il tempo ha imparato ad amarlo e proteggerlo, mentre altri che ancora oggi lo demoliscono. Ormai diventato parte dell'immaginario collettivo, il film con protagonista Kevin Costner ha avuto una vita difficilissima, dalla sua produzione fino alla sua accoglienza nelle sale nel 1995.

Waterworld è la dimostrazione di quanto sia difficile costruire un blockbuster solido, di quanto sia importante ciò che avviene dietro le macchine da presa e di quanto sia alto il rischio di "fallire" nel cinema. Ecco quali disgrazie ha dovuto subire Waterworld prima di arrivare a noi sano e salvo (quasi).

Waterworld: di cosa parla il film con Kevin Costner?

Con una discreta possibilità che prima o poi avvenga realmente, Waterworld è ambientato in un futuro in cui i ghiacciai si sono sciolti ed il pianeta è stato inondato dall'acqua. Una sola terra sembra essere ancora rimasta a galla, Dryland. Un mutante solitario parte alla sua ricerca insieme ad una bambina, Enola, che ne custodisce il segreto.

I due dovranno affrontare diversi pericoli, tra banditi senza scrupoli e oceani senza fine, ma probabilmente niente a confronto di ciò che il film ha passato dietro l'occhio della macchina da presa. Una vera impresa che, dopo 29 anni, siamo ancora qui a raccontare.

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Un flop annunciato, seppur cult

L'idea di Waterworld nasce nell'ormai lontano 1986, ma rimane sotto traccia fino al 1992, quando Kevin Costner e Kevin Reynolds, il regista del film, entrano a far parte del progetto. Fino ad allora, le idee erano confuse e non avevano una direzione precisa, se rivolgersi ad un pubblico più ampio, abbracciando anche una fetta di pubblico occupata dai più piccoli, o se rifarsi a mitologie e racconti storici che, per forza di cosa, avrebbero intrattenuto un pubblico più adulto. Per questo il film fu scritto e riscritto più volte, con diversi passaggi di consegna tra sceneggiatori.

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    Per risparmiare sui costi, già elevatissimi, si decise di girare alle Hawaii, ma questa si rivelò una scelta imprudente viste le tempeste e le burrasche che il set dovette poi affrontare. Anche per questo, la realizzazione fu pericolosa per il cast stesso: sia lo stunt di Kevin Costner che Jeanne Tripplehorn e Tina Majorin rischiarono di annegare.

    Rallentando la produzione, i costi salgono: lo sa bene Waterworld, che ha dovuto interrompere le riprese tantissime volte a causa del fatto che, giustamente, gli attori non potevano fare alcun bisogno in mare, dovendoli quindi trasportare ogni volta sulla terra ferma. Senza parlare della difficoltà di nascondere la presenza di isole vicine o di dover coprire gli attori di crema solare a causa del forte sole che ogni giorno sul set si preparavano a ricevere.

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    La prima versione del film durava circa tre ore, ma per essere distribuita dovette poi accontentarsi di poco più di due ore. I critici accolsero il film in malo modo, nonostante al botteghino mondiale non fu un completo disastro, con 264 milioni guadagnati a fronte di 175 milioni spesi. Indubbiamente non abbastanza per un film che alla sua uscita ebbe l'onore e l'onere di diventare il più costoso della storia del cinema.

    Il film fu candidato ai Premi Oscar del 1996 per il miglior sonoro, ma anche a quattro Razzie Awards, tra cui quelli per il peggiore film, peggiore attore e peggiore regista, mentre a Dennis Hopper fu assegnato il Razzie Awards al peggior attore non protagonista.

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