Wes Anderson riceve il premio Cartier Glory to the Filmmaker

Wes Anderson ha ricevuto il premio Cartier Glory to the Filmmaker in occasione di questa terza giornata di festival.

Di , qui scrivo di cinema e serie tv, mentre nella vita studio recitazione e arti e scienze dello spettacolo all’università!

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wes anderson

Il regista statunitense classe 1969, Wes Anderson, ha ricevuto il premio Cartier Glory to the Filmmaker in occasione di questa terza giornata di festival. Anderson ha successivamente presentato la sua nuova opera The Wonderful Story of Henry Sugar, tratto dall'omonima storia scritta da Roald Dahl, che uscirà su Netflix.

La conferenza stampa per The Wonderful Story of Henry Sugar

Stamattina il regista si è seduto davanti alla stampa per rispondere ad alcune domande relative al nuovo film e a tutti i suoi lavori.

The Wonderful Story of Henry Sugar era nell'aria già dai tempi di Fantastic Mr. Fox

La prima domanda posta al regista è relativa al momento in cui ha deciso di fare un film basato su The Wonderful Story of Henry Sugar. Wes Anderson aveva già parlato di questo racconto con l'erede di Roald Dahl (Luke Kelly) chiarendo la volontà di creare un adattamento cinematografico. Per quanto questa fosse la sua storia preferita, Anderson non sapeva, al tempo, come adattarlo. Perciò l'ha lasciato lì, e per fortuna la famiglia di Dahl ha deciso di aspettarlo, per poi realizzare questo film.

"Perché realizzare un film di soli 37 minuti?"

Il film in questione dura 37 minuti: Anderson ha infatti chiarito il suo intento "Volevo raccontare questa storia di Dahl" ha cercato di farla nel miglior modo possibile "...e ho capito che potevo farlo in 30 minuti". Questo film non ha richiesto tanto tempo per essere realizzato, due settimane e mezzo di set per essere precisi. Chiarisce che questo non è un cortometraggio, ma quasi una piccola rappresentazione teatrale. È a metà tra il teatro e il cinema, e il regista stesso si chiede chi mai andrà a vedere un film così breve al cinema: per poi rispondere dicendo che a lui piace tanto andare al cinema e poi a cena, e per questo il suo film è perfetto.

Il ruolo della musica

Anderson si è soffermato sto poi a parlare del suo lavoro con la musica nei film: ogni film ha esigenze diverse per lui, e fa capire di cosa ha bisogno. Certe volte è capitato che pensasse alla musica anche mentre scriveva le sceneggiature, altre volte è arrivato tutto all'ultimo minuto. Asteroid City ha una soundtrack molto presente nel film realizzata da Alexandre Desplat. Nel caso di quest'ultimo film, invece, la musica non è tanto presente e importante.

"Sono come una compagnia teatrale"

Il film, proprio come uno spettacolo di teatro è concentrato sugli attori e da una scenografia che si muove e cambia. Il regista cerca proprio di animare il testo di Dahl cinematograficamente.

Cast totalmente inglese composto da attori che devono riuscire ad assorbire quello che dice il testo per recitarlo: perciò la lista di attori si rimpicciolisce. Anderson però era sicuro su Ralph Fiennes per il ruolo di Roald Dahl: "È stato istintivo, a me piace dare le parti ad attori con cui ho già lavorato e che si conoscono, mi piace riunirmi... sono come una compagnia teatrale".

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Immagine fotografata

SAG-AFTRA on strike!

Anderson fa parte sia del comitato degli scrittori, che di quello dei registi e ci tiene a sostenere che non si sente di dire a nessuno come fare per risolvere la cosa, essendo complicata. Quello di cui è certo è l'importanza di raggiungere un accordo, essendo un momento di grande sofferenza per tante persone.

Effetti speciali e green screen

Anderson cerca sempre di non creare mai nulla da zero, attraverso i computer: in Asteroid city hanno creato un alieno, ma non da zero. Cerco di usare quello che ho a disposizione sul set, ma in montaggio, sostiene che la tecnologia abbia creato delle cose rivoluzionarie. Nei suoi film solitamente utilizza la stop motion, con pupazzi, "Sul mio set cerco di evitare il green screen".

Wes Anderson riceve il premio Cartier Glory to the Filmmaker

"Wes Anderson è tra i pochi registi per i quali basta un solo fotogramma per riconoscerne immediatamente lo stile unico e inconfondibile. Il suo universo formale rimanda a un’estetica fanciullesca e visionaria, dominata da colori pastello, dalla cura maniacale delle inquadrature rigorosamente simmetriche e popolato da personaggi di sognatori disadattati, inguaribilmente romantici e sorridenti. Dalle memorabili e commoventi colonne sonore (spesso ispirate agli anni Sessanta), ai costumi stravaganti che riflettono la psicologia dei personaggi, ogni dettaglio e composizione all’interno delle singole inquadrature è minuziosamente concepito e magistralmente realizzato. I mondi creati dal regista sono plausibili e tuttavia del tutto immaginari e fittizi, sorretti da un umorismo surreale e da un gusto straniante per vicende di famiglie disadattate, padri assenti e madri imperturbabili. Un cinema eccentrico, personalissimo e sempre perfettamente divertente e godibile”.

Alberto Barbera sulla premiazione di Wes Andreson

Oltre Alberto Barbera e il CEO di Cartier, anche Alexandre Desplat era presente alla premiazione per presentare Anderson. Nel ricevere il premio Cartier Glory to the Filmmaker, Wes Anderson intrattiene il pubblico con un discorso molto interessante e divertente. Ha parlato di alcuni dei registi che hanno vinto il premio prima di lui, soffermandosi sul fatto che spesso l'avessero ricevuto presentando i loro peggiori film. Continua parlando di alcuni di questi registi, tra questi Spike Lee, che è stata una grossa ispirazione per lui.

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