When They See Us
Ci sono voluti venticinque anni – meglio tardi che mai se può consolare – prima che la Giustizia statunitense facesse definitivamente chiarezza con un verdetto di assoluzione piena, questa volta, su una vicenda che allora, siamo nel 1989, aveva fatto molto scalpore portando alla “gogna mediatica” e in carcere cinque giovanissimi adolescenti di colore, quattro […]
Ci sono voluti venticinque anni – meglio tardi che mai se può consolare – prima che la Giustizia statunitense facesse definitivamente chiarezza con un verdetto di assoluzione piena, questa volta, su una vicenda che allora, siamo nel 1989, aveva fatto molto scalpore portando alla “gogna mediatica” e in carcere cinque giovanissimi adolescenti di colore, quattro afroamericani: Kevin Richardson, Antron McCray, Yusef Salaam, Korey Wise; ed uno ispanico, Raymond Santana accusati di stupro nei confronti di una ventottenne bianca mentre faceva jogging a Central Park di New York.
Solo quando nel 2012 venne arrestato il vero colpevole, grazie anche ad indagini biologiche più accurate, un certo Matias Reyes, per loro non solo si aprirono finalmente le porte verso la libertà, ma di sicuro verso la speranza di una nuova vita, di un riscatto sociale che fino a quel momento sembrava ormai precluso senza alcuna possibilità d'appello.
Il caso conosciuto come Central Park Five aveva, come spesso succede in questi frangenti, diviso la pubblica opinione e non erano mancati atteggiamenti vessatori da parte degli investigatori pur di trovare in fretta il responsabile o i responsabili di un crimine così tanto odioso e violento, in un clima contrassegnato da qualche punta discriminatoria e persecutoria di tipo razziale. Con la sentenza di non colpevolezza si scrisse così la parola fine su una storia che tutti hanno voluto poi dimenticare a cominciare da chi ne aveva subito le tragiche ferite. Nella memoria storica della gente ben presto il tempo ne aveva cancellato ogni riferimento.
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Tuttavia, la regista Ava DuVernay, nomination al Golden Globe 2015 per Selma: la strada per la libertà e candidata all'Oscar 2017 per il miglior documentario con XIII emendamento, partendo da un punto di vista diametralmente opposto, è dell'opinione che per evitare in futuro drammi così gravi, è bene ricordarne i fatti come antidoto efficace contro qualsiasi forma di iniquità. È sua, infatti, come riporta il sito Comingsoon.it, la miniserie TV in quattro puntate per la piattaforma Netflix, la prima delle quali trasmessa lo scorso 31 maggio, pensata proprio secondo quest'ottica, nel rispolverare e ripercorrere, cioè, per l'attenzione del pubblico le tristi vicissitudini dei cinque ragazzini. Dal titolo When They See Us, la sua scenografia è firmata da Kara Zeigon, le musiche sono composte da Kris Bowers mentre la produzione ha visto impegnato un pool di soggetti: Participant Media, Harpo Films, TriBeCa Productions, Foward Movement. In fine per quanto riguarda il cast, esso si è avvalso della partecipazione di Asante Blackk, Caleel Harris, Ethan Herisse, Jharrel Jerome, Marquis Rodriguez nei panni rispettivamente degli accusati, di Vera Farmiga, il pubblico ministero Elizabeth Lederer, di Felicity Huffman, il procuratore Linda Fairstein, per citarne i principali. Sebbene si sia conclusa la prima visione, gli episodi sono comunque sempre a disposizione sul canale in streaming.