Woody Allen: 3 film da non perdere del regista di Coup de Chance

In vista di Coup de Chance, ripercorriamo la filmografia di Woody Allen e analizziamo i tre titoli che non potete proprio perdervi.

Di , studio cinema e amo scrivere. Steven Spielberg mi ha insegnato a credere nei sogni, Sorrentino a perseverare per far si che diventino realtà.

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Woody Allen

Mercoledì 6 dicembre è approdato finalmente nelle sale italiane, dopo essere stato presentato alla scorsa Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, Un Colpo di Fortuna - Coup de Chance, la cinquantesima pellicola firmata da Woody Allen.

Il regista, attore e sceneggiatore newyorkese, vincitore di quattro premi Oscar, è tra i nomi più noti e acclamati del panorama cinematografico mondiale grazie alla sua intensa produzione cinematografica, caratterizzata da una media di quasi un film realizzato all'anno dall'inizio della sua carriera.

Il suo stile raffinato e riconoscibile in ogni pellicola è definito da un uso intelligente e irriverente della comicità. Allen ha sempre avuto e dimostrato uno spiccato talento nella creazione di gag e siparietti comici, sempre pregni di retorica e significato, risultando spesso anche molto pungenti.

Durante una prima fase della sua carriera, dove oltre che regista e sceneggiatore recitava anche nei suoi stessi film nel ruolo del protagonista, questo lato satirico dal tocco distintivo e personale emergeva prepotentemente, salvo poi affinarsi nel corso degli anni. Nella sua lunga e densa filmografia ha saputo spaziare nelle tematiche e nei generi, facendo anche qualche passo falso, ma senza perdere mai il suo tocco distintivo sempre visibile nella poetica e nell’estetica dei titoli da lui firmati.

I temi affrontati nelle opere di Allen spaziano dalla profonda crisi esistenziale evidenziata negli ambienti intellettuali, alla rappresentazione spesso autoironica della comunità ebraica. La sua critica si estende dalla borghesia alla denuncia del capitalismo, riflettendo la sua passione per la letteratura, la filosofia, la musica e in particolar modo per la psicoanalisi.

La città di New York gioca un ruolo fondamentale nella vita e nell'opera di Woody Allen: da essa trae ispirazione e attraverso la sua essenza il regista rappresenta l'autentica e affascinante vita urbana, contribuendo ulteriormente a definirlo come un artista poliedrico. Nonostante New York sia un punto fermo, Allen nei suoi film ha viaggiato ed esplorato anche gran parte dell’Europa, cercando sempre di cogliere lo spirito e riportare in scena le maggiori caratteristiche delle città nelle quali ambienta le sue storie e delle personalità che le abitano.

In questo articolo cercheremo di ripercorrere brevemente la densissima filmografia del regista, riportando tre titoli tra i più identificativi della poetica e dell’estetica del regista da recuperare o riguardare in occasione dell’uscita di Colpo di Fortuna - Coupe de Chance.

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Io e Annie (Annie Hall,1977)

Ad aprile del 1977 usciva nelle sale Io e Annie, la pellicola che ha spianato ufficialmente la strada a Woody Allen verso l'olimpo dei registi del panorama cinematografico mondiale e che ha segnato senza dubbio anche il resto della sua carriera.

Io e Annie ad oggi ha più di quarant'anni, ma è ancora in cima alla lista dei migliori film del regista. La storia è quella del comico Alvy Singer (Woody Allen) che da poco ha chiuso una relazione durata più di un anno con Annie Hall (Diane Keaton). Alvy racconta agli spettatori della storia tra lui e Annie, nata da un incontro durante una partita di tennis e in quello che è un lunghissimo flashback ne analizza tutti gli aspetti più rilevanti.

Le personalità di Alvy ed Annie sono apparentemente in netta contrapposizione, ma in alcuni aspetti, paradossalmente, sono sorprendentemente simili e questo dà loro la forza di confrontarsi ed affrontare insieme le sfide della vita quotidiana. Gli elementi di disagio e i problemi sono il principale elemento in analisi e le nevrosi dei due protagonisti che Allen sceglie di mostrare allo spettatore emergono come elementi chiave che li avvicinano e, allo stesso tempo, che li allontanano l'uno dall'altro.

Le tematiche della psicanalisi, della comprensione di sé, dell’altro e dei problemi sociali e di coppia emergono nitidamente in questa pellicola che si può definire un piccolo viaggio alla scoperta della complessità della mente umana, condito con l'ironia e il cinismo con il quale Woody Allen si è sempre distinto. La pellicola, inoltre, ha ottenuto ben quattro premi Oscar durante la cerimonia del 1978, tra cui Miglior film e Miglior regia.

Harry a pezzi (Deconstructing Harry, 1997)

Harry a pezzi è la ventottesima pellicola firmata dal regista newyorkese, uscita nelle sale cinematografiche nel 1997, questo film costituisce un tassello fondamentale per comprendere a pieno l'ideologia e la poetica di Woody Allen, seppur contenga degli elementi inusuali.

Tra le risate suscitate dalle gag di cui è pregna quest'opera, Allen ironizza sull'amore, sull'amicizia, sul sesso e sui tradimenti, tematiche ricorrenti nella sua filmografia. Con una vivacità peculiare riesce a esplorare anche tematiche profonde, affrontando senza esitazioni argomenti delicati come la Chiesa e la religione ebraica. Nessuna tematica messa in mostra dai personaggi che si muovono all'interno di Harry a pezzi sfugge al taglio affilato di Allen, che si manifesta in questo film con un'audacia senza precedenti.

La trama segue Harry Block (interpretato da Woody Allen), uno scrittore sessantenne in preda a una crisi creativa che si riflette non solo nel suo lavoro, ma anche nelle sue relazioni, che sia d’amicizia o sentimentali. Tutto cambia quando la sua ex fiamma, Lucy (Judy Davis), lo accusa di aver inserito dettagli imbarazzanti della loro storia nel suo ultimo libro.

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La donna è palesemente turbata e minaccia Harry che, a partire da quel momento, attraverso un viaggio folle e scomposto, inizierà a raccontare la sua vita, coinvolgendo i suoi analisti e raccontando di tre matrimoni, fondendo all’interno della narrazione anche i suoi romanzi.

Durante questo viaggio psichedelico, la sua realtà si mescola con i racconti di finzione, e i confini tra fantasia e vita reale sfumano. La pellicola, dunque, si sviluppa in una divertente alternanza, rivelando la fusione intricata tra la vita di Harry e la sua immaginazione narrativa.

La struttura narrativa così come la regia di questa pellicola si distinguono per la non linearità, soprattutto nella prima parte, in cui il regista si diverte a destrutturare, ad analizzare in modo frammentato, rispecchiando in questo modo lo stato d'animo del protagonista. Harry, il personaggio principale, si presenta come una figura sgradevole, irritante, un individuo senza filtri, di una sincerità disarmante e pieno di fragilità emotive.

Queste caratteristiche di Harry denotano l'intenzione di Woody Allen di provocare e mettere in luce il bigottismo e l’ipocrisia appartenente ad una fetta della società americana e porta avanti questo intento con trovate geniali, tempi comici perfetti, inserendo molto di sé stesso, riflettendo in maniera edulcorata anche la propria vita in Harry.

Match Point (2005)

"Chi disse ‘Preferisco avere fortuna che talento’ percepì l’essenza della vita. La gente ha paura di ammettere quanto conti la fortuna nella vita. Terrorizza pensare che sia così fuori controllo. A volte in una partita la palla colpisce il nastro e per un attimo può andare oltre o tornare indietro. Con un po’ di fortuna va oltre e allora si vince. Oppure no, e allora si perde."

Si apre con questa frase Match Point, pellicola datata 2005 che per molti segna una svolta decisiva nella carriera di Woody Allen verso narrazioni più cupe, meno direttamente personali, dal taglio noir e drammatico, dove il suo solito sarcasmo è molto smussato.

La trama di Match Point si snoda in modo chiaro e lineare. Il protagonista, Chris Wilton (Jonathan Rhys Meyers), è un giovane e astuto irlandese che si trasferisce a Londra e trova impiego come istruttore in un esclusivo club sportivo.

Appassionato di musica classica e lettore assiduo di Dostoevskij, Chris è consapevole che la sua attuale posizione è solo temporanea e che per lui il destino ha in serbo di meglio. Durante le sue lezioni, stringe amicizia con Tom Hewett (Matthew Goode), il quale lo introduce al mondo dei banchetti organizzati dalla sua famiglia dove viene apprezzato e ammirato da tutti. Mentre intraprende una relazione con Chloe (Emily Mortimer), la sorella di Tom, Chris si avvicina anche alla fidanzata di quest'ultimo, Nola Rice (Scarlett Johansson), ma le cose ben presto precipiteranno e Chris non riuscirà a gestire le varie situazioni nelle quali si trova, finendo per prendere delle decisioni molto forti e moralmente sbagliate e rimanendo, si suppone per sempre così, vittima di sé stesso.

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Il caso gioca un ruolo fondamentale nello svolgersi degli eventi ed emerge sin dall'inizio, definendo chiaramente i destini dei protagonisti.

In questo thriller dalle sfaccettature fortemente drammatiche e con un tocco di sensualità, Woody Allen per mezzo di una regia salda, lineare ed efficace, senza troppi guizzi, pone al suo pubblico una serie di interrogativi e dubbi esistenziali, in modo analogo a Dostoevskij. Un parallelo immediato può essere tracciato con il protagonista di "Delitto e Castigo": entrambi condividono alcune caratteristiche, compiendo entrambi un delitto, uccidendo non solo gli altri, ma anche se stessi e i loro sogni.

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